Questo insegnamento è ben esposto in questo libro adatto a tutti dai più piccoli ai più grandicelli.
TITOLO: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
AUTORE: Luis Sepùlveda
EDITORE: Salani Editore
PAGINE: 128
PREZZO COPERTINA: € 10,00
TRAMA
La storia si svolge nella città di Amburgo e inizia parlando di una gabbiana di nome Kengah, che con il suo stormo, durante il ritorno dalla migrazione, si dirige verso il golfo di Biscaglia, ed è pronta per deporre il suo primo uovo.
Lo stormo si tuffa nel mare per mangiare delle aringhe, ma a un certo punto il capo-stormo impone un decollo di emergenza a causa di un pericolo. Kengah non recepisce l'ordine e si rituffa per prendere altri pesci, finendo per restare invischiata nel motivo del pericolo: una grossa macchia di petrolio, chiamata dai gabbiani “la peste nera". Kengah apre le ali per spiccare il volo ma la onda nera densa è più rapida e la sommerge completamente. La povera gabbiana, senza forze, riesce a raggiungere la città di Amburgo. La gabbiana precipita sul balcone di una casa, quella dove abita Zorba, un grosso gatto nero con una piccola macchia bianca sulla gola. Morente, la gabbiana usa le sue ultime energie per deporre l'uovo e chiede al gatto di farle tre importanti promesse:
- di non mangiare l'uovo;
- di averne cura finché non sarebbe nato il piccolo;
- di insegnare al piccolo a volare.
Zorba promette tutto questo e poi si reca al ristorante italiano per incontrare i suoi amici gatti, Colonnello e Segretario. Spiega loro della gabbiana e delle promesse. I tre amici decidono di andare da Diderot, un gatto intellettuale che possiede un'enciclopedia, per chiedergli come ripulire la gabbiana dalla macchia nera. Trovata la soluzione, cioè usare della benzina (che rubano a un distributore) si recano sul balcone di Zorba, ma trovano Kengah già morta e l'uovo che è riuscita a deporre.
Sull'enciclopedia c'è scritto che le uova vanno covate, e Zorba è in un bel guaio, perché non è mai successo che un gatto covasse/covi/abbia covato un uovo di gabbiano. Una volta nata la gabbianella (battezzata Fortunata in quanto è la condizione in cui si è trovata), Zorba viene preso in giro visto che Fortunata crede che il gatto sia sua madre e lo tratta come tale.
Superando varie difficoltà, tra cui quella dei malvagi topi di fogna che vorrebbero mangiarsi la gabbianella, Zorba riesce, con l'aiuto dei suoi compagni Diderot, Colonnello, Segretario e Sopravento, a diventare un gatto di mare, a far nascere e crescere nella gabbianella il desiderio tanto sperato: volare. Per insegnarle a volare deve chiedere l'aiuto di un umano; in questo modo infrangendo, tuttavia, il tabù che vieta agli animali di comunicare con loro direttamente, e di dare evidente prova d'intelligenza. Zorba però sostiene che basti scegliere bene con quale umano "miagolare": un poeta, il padrone di Bubulina, una gatta bianca della quale tutti i gatti del porto sono innamorati. Il poeta spiega ai gatti come entrare nel campanile di San Michele, e come Fortunata può imparare a volare: saltando dalla cima del campanile.
Non avevo letto nulla di questo scrittore, ma ne avevo sentito parlare molto bene, sopratutto questo libro che è molto famoso. Credo che i suoi libri sono rivolti ad un pubblico strettamente giovane in riferimento ai protagonisti e al modo di scrittura, ma gli argomenti trattati sono affrontati e descritti in modo esemplare. Il lettore più grandicello leggendo le pagine si rapporta al racconto in modo diverso da un lettore giovane, traendo molti piccoli aspetti che altri non riescono a cogliere.
La scrittura è scorrevole e la descrizione della vicenda e dei personaggi sono ben esposte. Il punto morale a cui ruota il racconto è "mantenere le promesse" che il protagonista Zorba cerca di non tirarsi indietro anche se mantenerle va contro la sua natura felina, ma andando avanti si affeziona sempre più alla piccola gabbianella.
E' una lettura piccola e scorrevole adatta a tutti in qualsiasi periodo perchè fa sempre bene imparare le nozioni basi della fiducia, amicizia e lealtà.