Agatha Christie è la regina del thriller e questo libro è uno delle prime indagini di Poirot.
TITOLO: Assassinio null'Orient-Express
AUTORE: Agatha Christie
EDITORE: Oscar Mondadori
PAGINE: 238
PREZZO COPERTINA: € 10,00
Assassinio sull'Orient Express è uno tra i più famosi romanzi gialli di Agatha Christie, reso ancora più celebre dall'omonimo film del 1974. Ha tra i protagonisti il detective Hercule Poirot.
TRAMA
L'investigatore Hercule Poirot, avendo preso il Simplon Orient Express (Istanbul-Trieste-Calais), si trova a indagare sull'assassinio di un certo Ratchett, un distinto americano ritrovato esanime nel proprio scompartimento, sullo stesso treno in cui viaggia il detective. Ma un'abbondante nevicata bloccherà il convoglio per parecchie ore in Jugoslavia, e in questo modo Poirot si vedrà costretto a ipotizzare che l'assassino sia uno dei passeggeri il cui scompartimento è nella carrozza per Calais, la stessa in cui si trova quello del signor Ratchett.
Un indizio rivelatore porterà alla scoperta che il vero nome della vittima era l'italiano Cassetti, un assassino in fuga dalla giustizia americana perché accusato del rapimento a scopo di estorsione e dell'omicidio della piccola Daisy Armstrong, avvenuto anni prima (l'episodio si ispira alla tragedia che colpì il noto aviatore statunitense Charles Lindbergh, il cui figlioletto Charles III di un anno e mezzo fu rapito e brutalmente ucciso nel 1932), uccisione che in seguito aveva provocato indirettamente altre morti fra le persone a lei vicine.
Sarà l'inizio di una serie di interrogatori a tutti i passeggeri del vagone, e fra esitazioni, reticenze, contraddizioni e lapsus indicativi emergerà che più di un passeggero aveva avuto dei legami con la famiglia Armstrong, e che certi depistaggi e la presenza di tanti indizi sono un tentativo premeditato per confondere e fuorviare le investigazioni del detective e per indirizzarne altrove le indagini.
Gli indizi principali
Il fazzoletto con la H e il passaporto truccato
All'interno della camera di Ratchett/Cassetti Poirot, il signor Bouc e il dottor Constantine trovarono un fazzoletto ricamato elegantemente la lettera "H". Chiedendo a tutte le donne, dalle più umili alle più ricche, se avessero l'H nel nome o nel cognome, venne fuori che il fazzoletto non era di nessuno. I sospetti caddero poi sulla contessa Andrenyi, il cui nome era Elena. Ma sul passaporto di quest'ultima c'era una macchia di unto (creata a posta dal conte Andrenyi) che nascondeva la H davanti al nome. Pertanto la contessa si chiamava Helena e non Elena. Fatto sta che, nonostante questo, il fazzoletto non appartenesse alla contessa Andrenyi, bensì alla principessa Dragomiroff, di origine russa, l'unica donna alla quale non era stato chiesto se il fazzoletto fosse suo. Il suo nome di battesimo era Natalia, ma in russo la N si scrive come l'H. Svelato questo mistero, il fazzoletto era tornato alla sua proprietaria.
Il nettapipe
Sempre nella stanza di Ratchett, oltre al fazzoletto ricamato sopra citato, Poirot e i suoi due compagni hanno rinvenuto un nettapipe. Durante le deposizioni Poirot, con molta astuzia, ha chiesto ai passeggeri se fumassero la pipa. Tutti, a quanto pare, fumavano la sigaretta, tranne il colonnello Arbuthnot, il quale disse senza alcun problema di fumare la pipa e che probabilmente il nettapipe fosse di sua proprietà.
Il perché degli indizi precedenti
Ora, sia il fazzoletto sia il nettapipe erano stati messi nello scompartimento di Ratchett dopo il delitto. Infatti i congiurati, bloccati dalla neve, avevano posizionato i due indizi per depistare le indagini. Questo perché, grazie a questi due oggetti, i sospetti venivano a cadere sul colonnello Arbuthnot e sulla principessa Dragomiroff, quelli più insospettabili, con l'alibi più forte e minuzioso e anche i due che sembrava non avessero alcun legame con gli Armstrong.
L'orologio e l'ora del delitto
Nella tasca del pigiama di Ratchett è stato rinvenuto un orologio fermo sull'una e un quarto. La coincidenza è anche strana per il fatto che a lato del letto della vittima c'era un gancio fatto apposta per tenere l'orologio. Questo ha quindi fatto pensare che l'orologio fosse stato messo lì dall'assassino per depistare le indagini. Poirot era certo che il delitto fosse stato compiuto prima delle 0:37, quando sentì provenire una voce, che parlava in francese, dallo scompartimento di Ratchett. Ma Ratchett non sapeva il francese, quindi non poteva essere stato lui a parlare, ma l'assassino. Pertanto a quell'ora Ratchett era già morto.
Il kimono scarlatto e l'uniforme del conduttore
Poirot fece perlustrare le valigie e in quella della cameriera tedesca fu ritrovata l'uniforme del finto conduttore, facendo presumere che l'assassino, scappando e avendo trovato quello scompartimento vuoto, l'avesse infilata nella valigia. Tornato al suo scompartimento, Poirot trovò il kimono scarlatto dentro alla sua valigia e la prese come una sfida, avendola accettata.
Finale
L'alternarsi di colpi di scena porterà alla soluzione del caso, e al termine dell'inchiesta Poirot potrà presentare al sig. Bouc, al dottor Constantine e agli altri viaggiatori due possibili soluzioni del caso: una prima, semplice conclusione secondo cui uno sconosciuto, travestito da dipendente delle ferrovie, sia entrato nella cabina di Cassetti e lo abbia pugnalato. E una seconda ipotesi, assai più ardita e complessa, illustrata da Poirot attraverso una precisa e accurata ricostruzione dell'accaduto, durante la quale innumerevoli frammenti fino ad allora sconnessi verranno a combaciare. Stando a questa deduzione, il signor Cassetti è stato colpito da dodici pugnalate, ognuna vibrata da una diversa persona. Quindi il colpevole non è uno solo, ma ad aver ucciso Cassetti sono state dodici persone diverse (undici dei dodici passeggeri della carrozza Istanbul-Calais e un controllore), che avevano deliberatamente trovato sistemazione sul treno per portare a termine una vendetta per la morte della piccola Daisy, a cui tutti i sospettati erano profondamente legati. Il libro si conclude con la decisione da parte di Monsieur Bouc e del dottor Constantine di non consegnare tutti i passeggeri alla polizia iugoslava ma di addossare la colpa dell'assassinio ad uno sconosciuto, come nella prima soluzione offerta da Poirot, ritenendo che una sentenza sia stata espressa da una giuria composta da tutti coloro che erano legati alla famiglia Armstrong, e che dopo tanti anni giustizia sia stata fatta.
Non avevo mai letto nulla di Agatha Christie ma ne avevo sentito parlare molto bene. Devo dire che non è una lettura "leggera" ma è molto impegnativa perchè bisogna tenere a mente tutti gli indizi e tutte le sfumature delle indagini.
Quindi vi consiglio di non leggerlo la sera!!!
Comunque la descrizione dei personaggi, del luogo e dei fatti sono molto chiari e di facile comprensione. L'investigatore Poirot è un personaggio che la scrittrice è riuscita ha renderlo vero-simile quasi reale in alcuni aspetti, non solo del suo carattere ma anche del comportamento che tiene durante gli interrogatori. L'autrice ci pone subito il delitto porgendoci su un piatto d'argento alcuni indizi a cui noi dovremmo usare per arrivare alla soluzione del mistero. Ma credo che nessuno di noi abbia capito niente se non ci fosse l'aiuto di Poirot che ci risolve interrogatorio dopo l'altro alcuni nodi.
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