venerdì 13 luglio 2018

Magarìa

Il rapporto nonno-nipote è un sentimento che si porta dietro anche dopo molto tempo ed è bello riscoprire il valore dell'attaccamento che nei giorni nostri si sta perdendo. 

TITOLO: Magarìa
AUTORE: Andrea Camilleri
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 104
PREZZO: € 9,50


















TRAMA

Andrea Camilleri regala ai giovani lettori un'affascinante fiaba di incantesimi e magia.

Lullina ha 6 anni e le piace molto passeggiare con suo nonno, perché le racconta tante storie e le spiega tante cose. Ma un bel giorno, a Lullina viene in mente di raccontare lei a suo nonno di uno strano sogno, più assurdo di qualsiasi favola e più fantasioso di qualsiasi invenzione: un nano vestito di giallo le ha rivelato sette parole magiche, parole misteriose col potere di far scomparire le persone... Ma attenzione a pronunciarle troppo forte, perché potrebbero funzionare davvero! Provare per credere: "Fiririri, borerò, parupazio, stonibò, qua non sto!" Un'affascinante fiaba di incantesimi e magia. 





E' una favola rivolta di più piccoli con qualche parola del dialetto siciliano e tratta il tema del rapporto tra nonno-nipote e sopratutto l'attaccamento dei due.
Come negli altri libri di Camilleri c'è sempre i colpi di scena che attraggo anche il piccolo lettore, ma riesce ad incuriosire e ipnotizzare chiunque.

E' una bella favola moderna ambientata sempre in sicilia da leggere ai propri bambini prima da andare a letto.







Andrea Camilleri



Nato a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925, Andrea Camilleri vive da anni a Roma. Appena conseguita la maturità liceale e non ancora diciottenne assiste allo sbarco degli alleati nella natia Sicilia riportandone un'impressione profonda. Frequenta quindi l'Accademia d'Arte Drammatica (nella quale in seguito insegnerà Istituzioni di Regia) e a partire dal 1949 inizia a lavorare come regista, autore e sceneggiatore, sia per la televisione (celebri le sue riduzioni di polizieschi come "Il Tenente Sheridan" e il "Commissario Maigret"), sia per il teatro (in particolare con opere di Pirandello e Beckett).
Forte di questo straordinario bagaglio di esperienze, ha poi messo la sua penna al servizio della saggistica, campo in cui ha donato alcuni scritti e riflessioni intorno all'argomento spettacolo. Col passare degli anni ha affiancato a queste attività principali quella più squisitamente creativa di scrittore. Il suo esordio in questo campo risale precisamente al primo dopoguerra; se dapprima l'impegno nella stesura di romanzi è blando, col tempo si fa decisamente più intenso fino a dedicarvi un'attenzione esclusiva a partire da quando, per sopraggiunti limiti d'età, abbandona il lavoro nel mondo dello spettacolo. Una serie di racconti e poesie gli varranno il premio Saint Vincent.
Il grande successo è però arrivato con l'invenzione del personaggio del Commissario Montalbano, protagonista di romanzi che non abbandonano mai le ambientazioni e le atmosfere siciliane e che non fanno alcuna concessione a motivazioni commerciali o a uno stile di più facile lettura. Infatti, dopo "Il corso delle cose" (1978), passato pressoché inosservato, pubblica nel 1980 "Un filo di fumo", primo di una serie di romanzi ambientati nell'immaginaria cittadina siciliana di Vigàta, a cavallo fra la fine dell'800 e l'inizio del '900.
In tutti questi romanzi Camilleri dà prova non solo di una straordinaria capacità inventiva, ma riesce a calare i suoi personaggi in un ambiente totalmente inventato e nello stesso tempo realistico, creando dal nulla anche un nuovo linguaggio, una nuova "lingua" (derivata dal dialetto siciliano), che ne fanno un nuovo Gadda. L'universale affermazione esplode soltanto nel 1994 con l'apparizione de "La stagione della caccia", cui seguono nel 1995 "Il birraio di Preston", "La concessione del telefono" e "La mossa del cavallo" (1999).
Anche la televisione, che tanto Camilleri ha frequentato in gioventù prodigandovi grandi energie, ha contribuito non poco alla diffusione del fenomeno dello scrittore siciliano, grazie alla serie di telefilm dedicati al Commissario Salvo Montalbano (interpretato da un magistrale Luca Zingaretti). E' dopo il libro di racconti del 1998 "Un mese cono Montalbano" che viene prodotta la serie TV di grande successo.
Tra le innumerevoli libri scritti ho letto.
Libri per ragazzi:  -  Magarìa (Monadadori) 2013


Un salto in BIBLIOTECA... Luglio 2018



Luglio in BIBLIOTECA!!!!!!!!!

Luglio è il mese che ti fa ricordare che la fine dell'estate è alle porte e quindi bisogna correre ai ripari cercando di poter fare tutto quello che altrimenti non si potrebbe fare in autunno-inverno.


Questa volto ho dedicato il mio bottino in biblioteca a mia sorella, prendendogli alcuni libri che voleva leggere e ne ho preso solo uno IO per completare la serie di WONDER che avevo iniziato in precedenza.

ECCO I LIBRI PRESI IN PRESTITO:






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Luglio non si smentisce mai....
Rieccomi in biblioteca ma questa volta ho preso dei libri per mia sorella e solo uno per me (preso alla rinfusa senza pensarci più di tanto).

ECCO IL MIO BOTTINO:




domenica 8 luglio 2018

Le otto montagne

E' bello intraprendere delle escursioni in montagna sopratutto se hai una famiglia che ti accompagna in questo hobby. Ma quando si diventa grandi continua ad esistere questa passione?

TITOLO: Le otto montagne
AUTORE: Paolo Cognetti
EDITORE: Einaudi
PAGINE: 204
PREZZO: € 18,50


















TRAMA

Pietro è un ragazzino un po’ solitario che vive a Milano. I suoi genitori vivono nella città portandosi dentro la nostalgia per la montagna in cui si sono conosciuti e innamorati e da cui il destino li ha allontanati. Quando afttano una casa a Grana, un paesino che si affaccia sul Monte Rosa, quell’amore originario rinasce. Lì, nel corso delle lunghe vacanze estive, Pietro incontra Bruno, un ragazzino che pascola le mucche e conosce solo quel piccolo mondo. Nascerà fra loro un’amicizia profonda, di poche parole ma possente come la natura che fa da teatro alle loro avventure.
La prima parte del romanzo, Montagna d’infanzia, narra l’inizio di questo sentimento che durerà un’intera vita. La seconda parte, La casa della riconciliazionesi concentra sul rapporto fra Pietro e il padre, un uomo scontroso che solo quando intraprende le sue lunghe escursioni in montagna ritrova serenità. Porta con sé il figlio, in queste camminate sulle cime e i ghiacciai intorno al Monte Rosa, dandogli così «la cosa più simile a un’educazione che abbia ricevuto da lui», e coinvolgendo in un secondo momento anche l’amico Bruno.
Inverno di un amico, terzo e ultimo movimento, torna a focalizzarsi sui due ragazzi, ormai adulti: con Pietro spinto a cercare il suo posto nel mondo viaggiando no in Nepal, mentre Bruno non si muoverà mai da Grana.


Ho deciso di leggere questo libro per il motivo che fino adesso non ho mai letto nessun libro vincitore del premio Strega e quindi mi sono chiesto "perchè non iniziare con l'ultimo vincitore della'anno 2017?????" Anche perchè, ho seguito la premiazione del premio strega di quest'anno 2018.

Devo confessare che anche se è ben scritto non mi ha appagato le mie aspettative. Sono molte le pagine riguardante la descrizione dei vari luoghi di montagna rispetto alle pagine dedicate alla narrazione del romanzo. 

Comunque tutto sommato è un bel libro da leggere sotto il sole caldo dell'estate, perchè alla sola lettura di montagne innevate subito ti senti molto più rinfrescato.




  

Paolo Cognetti


Paolo Cognetti ha cominciato a scrivere verso i diciotto anni. Ha studiato matematica all'università e letteratura statunitense da autodidatta. Abbandonati gli studi accademici, nel 1999 si è diplomato alla Civica Scuola di Cinema di Milano. Nel decennio successivo si è dedicato alla realizzazione di documentari a carattere sociale, politico e letterario.
Come narratore ha esordito nel 2003 con il racconto Fare ordine, vincitore del Premio Subway-Letteratura e l'anno successivo all'interno dell'antologia La qualità dell'aria, curata da Nicola Lagioia e Christian Raimo. Negli anni seguenti ha pubblicato le due raccolte di racconti Manuale per ragazze di successo (2004) e Una cosa piccola che sta per esplodere (2007) e il "romanzo di racconti" Sofia si veste sempre di nero (2012), tutti usciti per minimum fax, vincitori di numerosi premi.
Dopo una serie di documentari sulla letteratura americana (Scrivere/New York, 2004) ha pubblicato nel 2010 New York è una finestra senza tende, seguito nel 2014 da Tutte le mie preghiere guardano verso ovest, due guide personali alla città di New York. Nel 2015 ha inoltre curato per Einaudi l'antologia New York Stories. L'altra passione di Cognetti è la montagna, dove trascorre in solitudine alcuni mesi all'anno. Da questi eremitaggi è nato un diario, Il ragazzo selvatico, del 2013. Nel 2014 è uscito per minimum fax A pesca nelle pozze più profonde, una meditazione sull'arte di scrivere racconti.
Nel 2009 ha vinto il premio Lo Straniero, riconoscimento attribuito dalla rivista Lo Straniero diretta da Goffredo Fofi ad artisti, saggisti, operatori, iniziative culturali e sociali di particolare spessore e generosità, con la seguente motivazione: "Paolo Cognetti, milanese, è tra i giovani scrittori italiani (ha da poco superato i trent'anni) uno dei più attenti a sentire e narrare il disagio delle nuove generazioni e gli anni difficili dell'adolescenza di questi anni, di fronte a un contesto di incerta sostanza e di sicurezza precaria. È anche autore di documentari e inchieste sulla giovane letteratura statunitense, ma sono le sue raccolte di racconti ad aver convinto del suo talento e del suo rigore, e della sua moralità di scrittore vero"".
L'8 novembre del 2016 è uscito per Einaudi il suo primo romanzo in senso stretto: Le otto montagne, venduto in 30 paesi ancor prima della pubblicazione, con il quale si è aggiudicato il Premio Strega 2017, il Prix Médicis étranger, il prix François Sommer 2018, l'English Pen Translates Award, il Premio Itas, il Premio Viadana e il Premio Leggimontagna..

domenica 1 luglio 2018

La casa dei sette ponti

Quando guidiamo in macchina e guardiamo il paesaggio attorno a noi capita di imbattersi in una casa isolata da tutto e tutti e ci domandiamo chi ci abiti, come è accaduto al protagonista di questo libro.

TITOLO: La casa dei sette ponti
AUTORE: Mauro Corona
EDITORE: Feltrinelli
PAGINE: 64
PREZZO: € 6,50


















TRAMA

Sull’Appennino tosco-emiliano, non lontano dall’Abetone, c’è una valle stretta e tortuosa, e in fondo una casa, una piccola casa con il tetto coperto di plastica colorata e due comignoli che buttano fumo sempre, estate e inverno. Un industriale della seta torna ai boschi dove un tempo andava a far funghi e la vede, quella casa. Malgrado il fuoco acceso sembra disabitata. È incuriosito. Entra. E lì comincia la sua avventura, che lo strappa alla mesta quotidianità del danaro e del potere per precipitarlo dentro un vertiginoso delirio, che è prova e passaggio, alla scoperta di sé. Mauro Corona scrive una piccola grande storia che suona come un apologo ed è allegoria della condizione umana quando perde di vista la semplicità dei valori cardine.



Quando ho deciso di leggere questo libro non credevo che mi sarebbe piaciuto così tanto. Non mi aspettavo una narrazione così ben descrittiva dei luoghi e del racconto.
Forse è vero il proverbio "L'abito non fa il monaco", perchè conoscevo l'autore Mauro Corona solo in TV come alpinista ma anche nella trasmissione televisiva "CARTA BIANCA" e non credevo che mi potesse entusiasmare così tanto. Forse anche perchè mi è molto a cuore ultimamente il tema della montagna ed delle escursione.

Ecco alcune frasi significative per me tratti dal libro:

"L'uomo dalle tre i: intransigente, 
intraprendente e intelligente."

"La dolcezza dei buoni, dei vinti, degli inermi. 
La dolcezza della malasorte accettata senza reclami."

Comunque non vedo l'ora di leggere un'altro libro di questo autore e ve lo consiglio.




 






Mauro Corona


Mauro Corona figlio di Domenico "Mene" Corona e Lucia "Thia" Filippin, venditori ambulanti, nasce a Baselga di Piné. Dopo i primi anni dell'infanzia trascorsi in Trentino la famiglia ritorna al Erto, il paese d'origine nella valle del Vajont a quel tempo in provincia di Udine e poi passato in provincia di Pordenone nel 1968, dove trascorre i successivi anni nella contrada San Rocco. Fin da bambino segue il padre nelle battute di caccia come bracconiere ed è proprio su questi monti, dove trascorse gran parte della sua gioventù, che nacque in lui la passione per la montagna e l'alpinismo. Appena tredicenne scala il monte Duranno (2688 m s.l.m.).
Dopo la nascita del secondo fratello, seguita pochi mesi dopo dall'abbandono della famiglia da parte della madre, esausta delle percosse infertele dal marito, Corona si dedica alla lettura: Tolstoj, Dostoevskij e Cervantes sono i suoi scrittori preferiti e contemporaneamente impara l'arte della scultura lignea dal nonno intagliatore.
Dopo aver frequentato le scuole elementari per 8 anni a Erto iniziò le medie nella vicina Longarone, in provincia di Belluno. Il 9 ottobre 1963 cambiò radicalmente la sua vita quando l'ondata del Vajont spazzò letteralmente via la parte bassa della cittadina bellunese e le frazioni vicine al lago a cavallo tra Veneto e Friuli Venezia Giulia causando oltre 2 000 morti. La sua famiglia non subì alcuna perdita nel disastro. Vari anni dopo raccontò l'accaduto nel romanzo Aspro e dolce.
Insieme al fratello si trasferì successivamente nel Collegio Don Bosco di Pordenone: questo fu per lui un periodo difficile in quanto la nostalgia, il senso di prigionia e la mancanza dei boschi di Erto lo tormentarono incessantemente. Alcuni insegnanti salesiani rafforzarono il suo amore per la letteratura e lo incoraggiano nello studio. Quando i due fratelli tornarono a Erto Corona voleva frequentare la Scuola d'Arte di Ortisei, ma la mancanza di soldi lo costrinse a frequentare l'Istituto per Geometri Marinoni di Udine perché gratuito.

Dal Monte Buscada allo studio di Erto

Dopo alcuni anni venne ritirato dalla scuola, visto che per ribellione non seguiva più le lezioni, preferendo leggere Tex in classe. Nel 1968 il fratello partì per la Germania in cerca di lavoro, dove annegò tre mesi più tardi in una piscina di Paderborn. Nel frattempo Corona aveva lasciato il posto da manovale a Maniagoper andare a lavorare nella cava di marmo del monte Buscada. Questo duro lavoro fu alleviato dall'essere a contatto con le cime, le foreste e quei prati che gli ricordavano l'infanzia.
Fu costretto a sospendere questo lavoro durante il periodo del servizio militare che iniziò a L'Aquila arruolato negli alpini. Da lì andò a Tarvisio nella squadra sciatori. Si congedò con un mese di ritardo a causa di trentadue giorni di cella punizione rigore accumulati per le sue numerose intemperanze durante l'espletamento del servizio.

Corona scultore

La cava chiuse negli anni ottanta e Corona fu assunto come scalpellino riquadratore. Una mattina del 1975 Renato Gaiotti di Sacile passò per caso in via Balbi davanti al suo studio e, notando alcune piccole sculture, decise di comprarle tutte. Poco tempo dopo Gaiotti gli commissionò una Via Crucis da donare alla chiesa di San Giovanni del Tempio di Sacile. Con i soldi ricavati dalla vendita Corona acquistò l'attrezzatura indispensabile a scolpire. Trovò quindi in Augusto Murer di Falcade un maestro che gli insegnò il mestiere e gli permise di migliorare le sue conoscenze tecniche e artistiche. Nel 1975 a Longarone organizzò la sua prima mostra.

Corona arrampicatore

In quel periodo Corona non trascurò l'altra sua grande passione: l'arrampicata. Nel 1977 iniziò ad attrezzare le falesie di Erto e Casso, oggi meta molto frequentata dagli alpinisti di tutto il mondo. In pochi anni scalò le montagne del Friuli per poi spingersi fino in Groenlandia e in California sulle pareti della Yosemite Valley. Oggi diverse vie di scalata portano la sua firma.
Corona sportivo
Fin da ragazzo Corona manifestò una grande passione per il bob con cui ingaggiava gare tra amici non solo lanciandosi a capofitto con mezzi costruiti in proprio dai pendii intorno ad Erto, ma addirittura tra le strette, verticali e ripide vie del paese con rischio per la sua e l'altrui incolumità. In più di un'occasione dovette ricorrere alle cure mediche affinché gli ricucissero abrasioni su varie parti del corpo dopo aver strisciato o sbattuto contro i muri in sasso delle case intorno. Tanto era il coraggio e il talento in questa disciplina sportiva invernale, nota come la formula uno delle nevi, che nel 1972 all'età di ventidue anni entrò a far parte della nazionale italiana di bob. Corona ha fatto parte dell'equipaggio che vinse la medaglia di bronzo nei campionati italiani di bob a quattro svoltesi a Cervinia nel 1972, come riportato nel'albo d'oro di questo sport invernale.

Corona scrittore

La carriera di scrittore inizia nel 1997 quando un amico giornalista pubblicò alcuni suoi racconti sul quotidiano Il Gazzettino. Da allora ha pubblicato svariati libri.
Nei suoi romanzi e nei suoi racconti Corona porta a contatto con un mondo quasi del tutto scomparso: quello della vita e delle tradizioni nei paesi della Valle del Vajont, un ecosistema che subì violenti sconvolgimenti a seguito della tragedia. Personaggi ed echi del passato riaffiorano tra le righe di Corona, che affronta con uno sguardo appassionato e un po' malinconico tematiche come il rapporto dell'uomo con la natura, con le proprie radici e con l'incombente progresso economico e tecnologico.
Corona continua ad alternare momenti di scrittura, scultura lignea e arrampicata a conferenze, incontri e manifestazioni; partecipa alla realizzazione di alcuni documentari sulla sua vita. È stato comparsa nel film Vajont, interpretando suo padre. Tra i suoi amici e corrispondenti vi è il coetaneo Erri De Luca, anch'egli scrittore e arrampicatore.
Nel 2002, lo scrittore fumettista Paolo Cossi pubblica Corona - L'uomo del bosco di Erto per Edizioni Biblioteca dell'Immagine. Un libro a fumetti che narra alcune vicende raccontate a Cossi da Corona e delle avventure che Cossi dovette intraprendere per ascoltare di persona i racconti di Corona.
Cani, camosci, cuculi (e un corvo) si è aggiudicato il Cardo d'argento al 37º Premio Itas del libro di montagna, ritirato da Corona il 29 aprile 2008.
Il 17 luglio 2011 il libro La fine del mondo storto vince, con 75 preferenze, il Premio Bancarella 2011. Nel 2014 vince il Premio Mario Rigoni Stern e a proposito di questo riconoscimento dirà:



OPERE

Raccolte di racconti

  • Il volo della martora, Torino, Vivalda, 
  • Le voci del bosco, Pordenone, Biblioteca dell'immagine, 1998. 
  • Finché il cuculo canta, Pordenone, Biblioteca dell'immagine, 1999.
  • Gocce di resina, Pordenone, Biblioteca dell'immagine, 2001. 
  • Nel legno e nella pietra, Milano, Mondadori, 2003.
  • Aspro e dolce, Milano, Mondadori, 2004. 
  • Cani, camosci, cuculi (e un corvo), Milano, Mondadori, 2007.
  • Torneranno le quattro stagioni, Milano, Mondadori, 2010. 
  • Venti racconti allegri e uno triste, Milano, Mondadori, 2012. 
  • I misteri della montagna, Milano, Mondadori, 2016. 

Romanzi

  • L'ombra del bastone, Milano, Mondadori, 2005. 
  • I fantasmi di pietra, Milano, Mondadori, 2006. 
  • Storia di Neve, Milano, Mondadori, 2008.
  • Il canto delle manére, Milano, Mondadori, 2009. 
  • La fine del mondo storto, Milano, Mondadori, 2010. - Vincitore del Premio Bancarella 2011
  • Come sasso nella corrente, Milano, Mondadori, 2011. 
  • La voce degli uomini freddi, Milano, Mondadori, 2013. 
  • La via del sole, Milano, Mondadori, 2016. 
  • La casa dei sette ponti.
  • Una lacrima color turchese.

Il signore delle mosche

Cosa potrà mai accadere a un gruppo di bambini-adolescenti sperduti in un isola deserta. Riusciranno a convivere civilmente e garantire la sopravvivenza nella speranza di essere salvati da una nave.

TITOLO: Il signore delle mosche
AUTORE: William Golding
EDITORE: Mondadori - D'eagostini
PAGINE: 252
PREZZO: 


















TRAMA


Il suono della conchiglia

Nel mezzo di un'evacuazione un aeroplano britannico si schianta in una remota regione dell'Oceano Pacifico. Ritrovatisi naufraghi su un'isola deserta situata nei pressi, il biondo Ralph in compagnia di un ragazzo occhialuto e sovrappeso (che subito ma a malincuore accetta d'assumere il nomignolo di "Piggy", cioè maialino) trovano una conchiglia marina che, suonata da Ralph come fosse un corno, diventa il primo richiamo in direzione degli altri sopravvissuti. Questo suono fa accorrere un gran numero di ragazzini dispersi, tra cui i gemelli Sam ed Eric, e il gruppo dei coristi, a capo del quale vi è Jack.
Dovuto in gran parte al fatto che Ralph appare capace di riunire i più piccoli e prendersene per quanto può la responsabilità, questi viene rapidamente eletto in qualità di "capo", anche se non riceve i voti dei membri del coro guidati dal fulvo Jack; ed ecco che il riflessivo e saggio Ralph indicherà subito come uno degli obiettivi primari quello che occorre mantenere sempre acceso un fuoco sulla montagna e proteggerlo, il cui segnale di fumo possa avvertire eventuali navi di passaggio della loro presenza sull'isola.
I ragazzi decidono inoltre che chi detiene la conchiglia deve avere il diritto di parola, di esprimere quindi la propria opinione alle adunate in assemblea, ottenendone in cambio il silenzio attento di tutti gli altri.

Fuoco sulla montagna

Jack organizza il suo gruppo composto dai coristi per una prima battuta di caccia, cosicché diviene il responsabile per l'approvvigionamento di carne fresca; addentratisi all'interno si dirigono verso la montagna e, ad un certo punto, decidono di provare a vedere se riescono ad accendere un rogo.
Ai due 'leader' naturali s'aggiunge però poco dopo anche un tranquillo ragazzo dall'aria un po' sognante di nome Simon: mentre, anche se divenuto subito accompagnatore nonché consigliere di Ralph, Piggy viene di fatto relegato al ruolo di emarginato dai ragazzi più grandi e continua fonte di risa e scherno da parte di un po' tutti. Simon intanto, oltre a sovrintendere al progetto di costruzione di alloggi e rifugi, dimostra un istintivo bisogno di proteggere quelli più piccoli e indifesi, prendendosene cura.

Capanne sulla spiaggia

Comincia anche ad aleggiare poi tra i ragazzi la paura riguardante la presenza di una indefinibile "Bestia".
Alcuni fanno riferimento ad un presunto mostro che vivrebbe all'interno, un demone ignoto ancestrale che terrorizza i giovani; ciò si insinua sempre più nell'animo dei ragazzi fino a quando non renderà a tutti la vita sempre più terribile. La cosa in realtà, scopriranno tempo dopo, è causata invece da un evento del tutto reale, ovvero la caduta di un paracadutista sull'isola.
Ognuno dei ragazzi deve quindi iniziare ad adattarsi come meglio può alla nuova situazione venutasi a creare; si cominciano a costruire i rifugi e a raccogliere le prime provviste di cibo e acqua; questa parvenza di ordine però deteriora rapidamente e dopo un po' la maggior parte di loro inizia a non preoccuparsi più molto di queste fondamentali necessità quotidiane e trascorre invece la giornata tranquillamente a giocare e a mangiare frutti appena colti.
Il tempo passa e i ragazzi si abituano sempre più a quel modo di vivere fatto di giochi e divertimento, dimenticando spesso anche di tenere il fuoco acceso.

Facce dipinte e capelli lunghi

Jack, il quale ha iniziato implicitamente una lotta di potere con Ralph, con Roger e i più avventurosi, già abbastanza insofferenti della pacata, seria e tranquilla disciplina imposta con autorevolezza da Ralph, provano ad inoltrarsi verso l'interno; come segno di riconoscimento e distinzione, ma anche per mimetizzarsi nel mezzo del bosco, si dipingono le facce col nero del legno carbonizzato. Sommato ai capelli che già scendono un po' a tutti lunghi sulle spalle, la pittura li fa sembrare degli autentici selvaggi primitivi.
Ad un certo punto i suoi seguaci, lanciandosi in una caccia al cinghiale, abbandonano i posti che erano stati assegnati loro a guardia del focolare. Proprio in quel frangente ecco passare una nave nelle vicinanze dell'isola ma, senza il segnale di fumo, nessuno dell'equipaggio s'accorge dei naufraghi e l'imbarcazione prosegue ignara per la sua destinazione senza essere stata allertata.

Una bestia dal mare

Ben presto la coesione dei due gruppi (uno addetto al fuoco e alle abitazioni e l'altro addetto all'approvvigionamento di selvaggina) perde la sua ragion d'essere ed il ruolo di comandante in capo svolto fino ad allora da Ralph comincia a venir meno: si tralascia quindi la costruzione delle capanne e il tentativo di organizzazione di Ralph viene distrutto. Messa l'autorità di quest'ultimo in discussione, prende sempre più il suo posto al comando Jack col suo gruppo di cacciatori, abbandonatisi ormai alla vita selvaggia e alla superstizione più arcaica.
Fortemente irritato dalla piega che hanno preso gli eventi Ralph considera e medita sulla possibilità di lasciare la sua posizione di comando, ma viene convinto a non farlo da Piggy con il sostegno di Simon. Si fa infine strada nel cuore dei più che, forse, la terribile bestia possa essere un enorme mostro marino che durante la notte nuota verso la riva in cerca di cibo.

Una bestia dal cielo

Mentre Jack inizia a tramare con i suoi contro la leadership di Ralph, i gemelli "Sammeric", loro ora gli addetti al mantenimento del segnale di fumo, intravedono il cadavere di un pilota al buio ancora attaccato al suo paracadute, appeso ai rami d'un grande albero. Scambiando in un primo momento il corpo dell'uomo con la bestia che spaventa i più piccini, corrono a perdifiato ai rifugi che Ralph, con la collaborazione di Simon ha appena finito di far costruire, con l'intento d'avvertire tutti del pericolo.
Quest'avvenimento inaspettato sembra sollevare nuove tensioni tra Jack e Ralph: il cacciatore promette difatti da parte sua di partire immediatamente assieme ai suoi per andare ad uccidere la fantomatica 'Bestia'; anzi, pensa di portare il gruppo dall'altra parte dell'isola, e lì magari innalzarsi un fortino, da cui poter dominare con lo sguardo e controllare tutta la zona circostante.

Ombre e grandi alberi

I cacciatori sono lanciati sulle tracce di un branco di cinghiali selvatici e ne hanno preso uno, ne riescono oramai a seguire la pista con agilità, la direzione è chiara; preso da smania di protagonismo ad un certo punto Jack impone agli altri una prova di coraggio, addentrarsi cioè sempre più verso l'interno là ove si erge una montagna pietrosa - battezzata "Castle Rock" - la quale potrebbe anche esser il vero luogo di residenza, sostiene, della bestia misteriosa.
Ma solamente il suo già fanatico e un po' sadico alleato e sostenitore Roger sembra disposto a seguirlo ad occhi chiusi; Ralph, che non ha potuto sottrarsi dal dimostrare di non avere paura, va avanti per un po' tra le ombre dei grandi alberi assieme agli altri due, fino a che non li convince a desistere.

Un dono per le tenebre

Quest'ultimo fatto, sommato ai precedenti, rafforza ancor più l'intenzione di Jack di scalzare l'avversario dal posto di comando tramite una specie di 'insurrezione generale'; ma avendo ricevuto ancora una volta ben poco sostegno dalla comunità Jack, Roger ed un altro ragazzo abbandonano i rifugi per formare una tribù autonoma separata.
Poco alla volta però riescono ad attrarre a sé nuove reclute sottraendole al gruppo principale, anche grazie ad un affascinante rituale in cui i loro membri, addentando carne di maiale, si dipingono il volto realizzando poi strane danze ed offrendo sacrifici in onore della bestia (o per cercare d'attirarla a sé). La testa di un maiale ucciso precedentemente da Jack, infilzata su un palo e attorniata dagli insetti, diventa il loro totem primario.

Una visione di morte

Simon intanto (probabilmente affetto da epilessia), s'allontana da solo per riflettere fino a quando non incappa nella testa di maiale mozzata lasciata da Jack come offerta alla bestia; il ragazzo, vedendola brulicare di mosche, la immagina immediatamente come "Il Signore delle mosche" (epiteto fenicio del dio Belzebù) ed ha l'allucinazione che stia parlando con lui. Questa 'testa parlante' pare rivelargli allora ch'essi non sarebbero mai riusciti a fermarlo in quanto si trova già all'interno di tutti loro, avendo contagiato gli animi dei ragazzi.
Lungo la via del ritorno anche Simon individua il paracadutista morto scambiato per la bestia, ed è così il primo ed unico membro del gruppo a riconoscere finalmente la 'verità': il presunto mostro non è altro che un semplice cadavere umano il cui corpo privo di vita viene fatto muovere scompostamente dal vento. Il ragazzo spera di trovare il prima possibile Ralph per rivelargli la scoperta appena fatta; mentre febbricitante ritorna barcollando alla spiaggia trova invece la tribù di Jack nel bel mezzo di una festa tribale dei cacciatori.
Intenti a danzar mezzi nudi attorno al focolare circondati dalle tenebre, i ragazzi scambiano lo stesso Simon per la bestia, che viene così assassinato dalle lance scagliate dai compagni che paiono essere stati colti da un delirio frenetico.

La conchiglia e gli occhiali

Jack e la sua banda di selvaggi decidono che devono rubare gli occhiali a Piggy, unico mezzo che possa permettere di avviare un incendio all'interno dell'isola; compiono così un'incursione al campo di Ralph riuscendo ad entrarne in possesso e tornano poi di corsa alla loro dimora a Castle Rock. Ralph, che ormai è stato abbandonato dalla maggior parte dei suoi iniziali sostenitori, si dirige in direzione del 'castello' per confrontarsi faccia faccia con Jack e cercare di recuperar gli occhiali di Piggy, senza i quali il ragazzino non riesce a vedere ad un palmo dal naso.

Il castello

Portando con sé l'ultimo simbolo d'autorità rimastogli, la conchiglia, accompagnato da Piggy e dai gemelli, Ralph arriva all'accampamento della tribù del rivale e chiede a Jack che gli venga immediatamente restituito quello che per il povero Piggy è un oggetto prezioso in quanto senza di essi non riesce a vedere nulla. Ma una parte della tribù li ha già accerchiati prendendoli alle spalle; i gemelli vengono fatti prigionieri mentre Roger, facendo precipitare un masso dal punto in cima al dirupo ove si trova in osservazione, uccide Piggy e manda in frantumi la conchiglia. Ralph riesce a stento a fuggire, mentre Sam ed Eric vengono torturati fino a quando non accettano anch'essi di unirsi alla tribù di Jack.

Il grido dei cacciatori

La mattina seguente Jack ordina ai suoi sottoposti, il branco, di cercare il nemico costituito ora solo da Ralph ma, non trovandolo, decide di dar fuoco all'intera isola per cercare di bloccarlo ed infine ucciderlo. La caccia all'uomo prosegue frenetica con le fiamme che avanzano sempre più e al ragazzo non resta che tuffarsi a capofitto in fuga nella foresta e correre verso la spiaggia, attendendo la morte. Qui però si imbatte fortunatamente in un ufficiale di marina la cui nave militare, essendo stata attratta dal fumo, si era fermata proprio in quel momento davanti all'isola.
Ralph piange disperato per le morti atroci capitate a Simon e Piggy e per la fine dell'innocenza che l'oscurità ha portato a tutti loro. Nel chiedere le prime informazioni sullo stato dei presenti - oramai son sopraggiunti anche gli altri - l'ufficiale chiede: "Non avrete mica ammazzato nessuno, spero". L'uomo però venuto a conoscenza dei due delitti rimarrà dapprima basito, ma poi commosso e imbarazzato dalle lacrime del gruppo, in cui è rimasto indelebile il ricordo della terribile avventura appena vissuta.


Questo era tra i "100 libri da leggere almeno una volta nella vita" e adesso mi spiego il perchè. Si può definire un classico per ragazzi e tratta come tema centrale la convivenza e sopravvivenza che è il perno centrale dell'intero racconto. Spiega in modo narrativo il modo di comportarsi di fronte ad un problema come per loro la sopravvivenza. 
Mi ha lasciato un bel ricordo sopratutto mi è piaciuto la parte finale del libro con molti colpi di scena rispetto all'inizio del racconto.

Consiglio a tutto questa lettura, sopratutto a chi vuole ritrovarsi in un isola deserta senza viveri.




 






William Golding



William Golding nacque in Cornovaglia in una famiglia costituita da un padre dirigente di una scuola elementare, seguace del movimento socialista e da una madre suffragetta. Golding, nonostante questa atmosfera familiare, sin da piccolo, manifestò una solida fede religiosa.
Golding proseguì gli studi a Oxford dove studiò dapprima scienze naturali e dopo due anni passò allo studio della letteratura e della filosofia. Nell'autunno del 1934 pubblicò la sua prima raccolta di poesie dal titolo Poems.
Una volta ottenuta la laurea breve, nel 1935, si trasferì in una comunità religiosa, nella quale si accostò alle teorie del filosofo austriaco Rudolf Steiner attinenti all'antroposofia.
Lavorò per due anni come insegnante di inglese in una scuola elementare a sud di Londra, dove il pensiero di Steiner aveva una grande risonanza, e nel 1937 tornò a Oxford per completare gli studi. Successivamente si trasferì a Salisbury dove insegnò in una scuola elementare e conobbe Ann Brookfield, un'attivista comunista che sposò l'anno successivo.
Nel settembre del 1940 nacque il loro primo figlio, David.
Trascorse i primi anni della guerra in parte in mare, arruolato in marina. Grazie alle teorie del nonno minatore, elaborò peculiari concezioni sugli esplosivi che pubblicò in un saggio. Le autorità militari lo invitarono ad entrare in un centro di ricerca per sviluppare le sue teorie che, però, non produssero risultati significativi. Golding ottenne successivamente il comando di una nave e in questo ruolo si mise in luce in varie manovre belliche e nello sbarco in Normandia.
Nel luglio del 1945 nacque la seconda figlia, Judith Diana, nel settembre lasciò la marina e tornò all'insegnamento, sempre a Salisbury.
Nel 1952 cominciò a scrivere un romanzo intitolato Strangers from Within che spedì a diversi editori ottenendo solo risposte negative. Nel 1954 il romanzo venne pubblicato con il titolo Lord of the flies (Il signore delle mosche) dalla casa editrice Faber&Faber diretta da Thomas Stearns Eliot, che suggerì lui stesso il nuovo titolo, ispirandosi ad una metafora di Satana. Il libro si riagganciò all'esperimento portato avanti da Golding nella sua scuola elementare, dove divideva gli alunni in due gruppi pronti a discutere su una questione del giorno, talvolta con un moderatore presente, in altre occasioni in piena libertà. Golding notò che, in assenza di un arbitro, spesso la discussione degenerava in rissa.
Nel 1962 abbandonò l'insegnamento per dedicarsi completamente alla scrittura, anche se ricevette la carica di visiting professor presso l'Hollins College in Virginia e da quel momento venne invitato dalle più prestigiose università britanniche.
Negli anni seguenti pubblicò diversi romanzi, anche se dal 1968 riscontrò dei problemi a scrivere, e che descrisse in un diario apposito a partire dal 1971. Nel 1982 gli fu conferita la laurea ad honorem alla Sorbona e l'anno seguente il Premio Nobel per la letteratura, motivato dalla sua capacità di descrivere efficacemente la condizione umana nel mondo contemporaneo, grazie ad una chiarezza narrativa realistica e all'universalità del mito. Nel 1988 fu nominato baronetto.
Nel dicembre del 1992 gli venne asportato un melanoma maligno sul volto e, la mattina del 19 giugno dell'anno seguente, morì a causa di un attacco cardiaco.

OPERE
  • Poems (1934)
  • Il signore delle mosche (1954)
  • Uomini nudi (1955), 
  • La folgore nera (1956)
  • Farfalla d'ottone (1958)
  • Caduta libera (1959), 
  • La guglia (1964)
  • The Hot Gates (1965)
  • La piramide (1967)
  • The Scorpion God (1971)
  • L'oscuro visibile  (1979) 
  • Riti di passaggio (1980) Longanesi, 1982. Primo volume della trilogia Ai confini della Terra 
  • A Moving Target (1982)
  • Gli uomini di carta (1984) 
  • An Egyptian Journal (1985)
  • Calma di vento  (1987) Longanesi, 1988. Secondo volume della trilogia Ai confini della Terra 
  • Fuoco sottocoperta (1989) Longanesi, 1990. Terzo volume della trilogia Ai confini della Terra 
  • La doppia voce (1995)